Ciclovia dell’Oglio: da Pontevico – San Matteo delle Chiaviche
Ciclovia dell'Oglio: Pontevico - San Matteo delle Chiaviche
Si conclude qui con il quarto Itinerario la presentazione della Ciclovia dell’Oglio, da Pontevico a San Matteo delle Chiaviche.
280 km di paesaggi sempre diversi e dal grande fascino, direttamente dalle cime dell’Alta Valle Camonica alla pianura bresciana passando per il lago d’Iseo e la Franciacorta.
Pedala dalle vette contorniate da ghiacciai perenni del Gruppo dell’Adamello, prosegui attraverso il fondovalle della Valle Camonica sino alle sponde del Lago d’Iseo che, immergiti nei parchi fluviali dell’Oglio Nord e Oglio Sud.
Caratteristiche
- Partenza: Pontevico
- Arrivo: San Matteo delle Chiaviche
- Lunghezza: 78.1 km
Mappa - Ciclovia dell'Oglio: Pontevico - San Matteo delle Chiaviche
Ciclovia dell'Oglio: Pontevico - San Matteo delle Chiaviche - Itinerario
Un susseguirsi ordinato di campi coltivati, interrotto qua e là da una cascina, una pieve romanica, una quercia maestosa, un boschetto di salici, immerso in un silenzio irreale, dove tutto sembra immobile. Così appare il paesaggio attraversato dall’Oglio nel suo tratto finale, in cui ormai giunto nel cuore della media pianura cremonese e mantovana e ricevute le acque del Mella e del Chiese, si immette nel Po, dopo un viaggio di 280 km.
Nell’ampia pianura, ove il fiume si distende, il corso si fa via via più lento e le sponde si allargano in pendii dolci: qui, per un tratto di circa 70 chilometri, il territorio lambito dal fiume è protetto dal 1988 come Parco Regionale. Il fiume scorre lento a meandri e le aree golenali spiccano nella campagna per le imponenti masse dei pioppeti e per le dense bordure a salice bianco.
Abitato sin dal mesolitico, luogo di passaggio e di incontro delle popolazioni italiche con quelle del resto dell’Europa, il territorio del fiume Oglio conserva evidenti le tracce del passato: castelli, rocche e insediamenti strategici, piazze rinascimentali e, più recenti, gli imponenti manufatti della bonifica dei primi del novecento. Angoli di natura lungo il fiume, paradiso per gli aironi e rare specie di insetti, le aree di interesse naturalistico si snodano lungo i percorsi arginali: le Lanche di Runate e Gerre Gavazzi, ecomosaico di lanche e ambienti umidi a vario stadio di evoluzione; le Bine, sede di un attivo centro-visite, che ospita un’intensa attività didattica e di animazione culturale; le Torbiere di Marcaria, una delle ultime testimonianze di ambienti paludosi, ben conosciuta dagli ornitologi per l’insediamento di una garzaia di alcune centinaia di coppie di aironi, visibili facilmente dagli osservatori; il Canale Bogina, con un percorso ciclabile che consente interessanti scoperte di tipo naturalistico, storico-architettonico ed enogastronomico. Altri percorsi corrispondenti ad ambienti naturali del Parco Oglio Sud, sono il percorso “Le Margonare”, che collega gli abitati di San Martino dall’Argine (MN) e Belforte, località del Comune di Marcaria (MN), alle Torbiere di Belforte e si snoda in un ampia area umida attrezzata corrispondente a un antico meandro del fiume Oglio, ed il percorso “Ponte della barca”, nato allo scopo di riproporre i luoghi di un’antica via di comunicazione la cui importanza storica è ampiamente testimoniata dalla presenza di ben cinque Pievi romaniche che dimostrano la sua esistenza anche per quei tratti ove il tracciato è andato perduto nel corso della storia. Alla confluenza tra Oglio e Po, si attraversa il fiume sul ponte di barche di Torre d’Oglio, un emblema del fiume, della sua storia, degli uomini che vi hanno vissuto.
È una zona ideale per un turismo full-immersion nella natura fluviale e rurale.
Qui, dopo 280 km e 5 Provincie attraversate, l’avventura del Bike Tour dell’Oglio si conclude presso lo scenografico Ponte di Barche di San Matteo delle Chiaviche, uno dei pochi esempi ancora attivi.
Ciclovia dell'Oglio: Pontevico - San Matteo delle Chiaviche - Da vedere
E’ un edificio glorioso, che oggi ospita l’Istituto Cremonesini Onlus – centro R.S.A. e R.S.D. La struttura del castello risale all’anno mille. Venne adibito a fonderia dopo la mancata funzione difensiva e fu vittima di demolizioni nell’Ottocento con la volontà di trasformarlo in dimora signorile dall’allora proprietario il principe tedesco Kewmuller. L’aspetto attuale risale ai primi del Novecento quando venne acquistato da Mons. Cremonesini e adattato alle esigenze di residenza assistenziale. Mantiene le fattezze di residenza signorile: un magnifico giardino interno, porticati con loggette e una chiesetta centrale. Le origini fortificate si leggono nelle alte murature perimetrali, nelle torri e nella concezione globale dell’intero edificio.
La Sinagoga nacque nel corso del Cinquecento come residenza del rappresentante del potere gonzaghesco in Ostiano; dell’epoca di fondazione conserva le sale del piano terreno, di cui una con elegante volta a ombrello. Nel 1619 l’allora signore del borgo Francesco Gonzaga, vescovo di Mantova, donava l’immobile alla parrocchia di Ostiano e al convento francescano della Pieve, che nel 1731 lo concessero alla locale comunità ebraica. L’edificio subì una profonda opera di ristrutturazione modificando integralmente la facciata, dotandola di due balconi delimitati da eleganti ringhiere in ferro battuto.
Oggi di questo antico luogo di culto restano solo le rovine dei muri perimetrali ed alcune memorie documentali.
A Ostiano il cimitero ebraico si trova adiacente ad una corte rustica. Sono state ripristinate le murature danneggiate e le lapidi sono state ripulite e catalogate. Il cimitero conta oggi 41 lapidi marmoree ed una in ferro battuto che coprono un arco temporale di centotrentuno anni (1812-1943), la maggior parte delle quali reca la doppia iscrizione ebraico-italiano e molti simboli religiosi della tradizione ebraica.
Le Bine è stata una delle prime Oasi del WWF Italia, nasce infatti negli anni ‘70 del secolo scorso per tutelare la zona umida originatasi nel 18° secolo in seguito ad un intervento di rettificazione dell’Oglio per garantirne la sua navigazione. Successivamente, il meandro abbandonato si è impaludato, lasciando spazio ad una flora e fauna selvatica. Nella riserva è attualmente presente una colonia di aironi cenerini in netta crescita (da una coppia del 1995 alle 137 del 2007) e saltuariamente nidificano l’airone rosso ed il falco di palude. Una delle specie più interessanti da cercare è la rana di Lataste, una rana “rossa” endemica della pianura padano-veneta.
Una visita nella riserva si può trasformare in un salto nel passato, un’occasione per osservare le trasformazioni operate dall’uomo sull’ambiente circostante. La riserva, gestita da volontari del WWF, è inoltre azienda agricola, agriturismo e fattoria didattica.
Dal 1750 al 1926 il fiume Oglio si attraversava con zattere e battelli a pagamento. Nel 1913 vi fu il progetto dell’ing. Arrivabene di un ponte in chiatte su unico approdo ma non fu realizzato per l’inizio della prima guerra mondiale. Il ponte fu realizzato nel 1926 su progetto dell’ing. Rotter. Nel 1945 fu bombardato e alcune barche affondarono ma il ponte fu sistemato in fretta e a settembre riaperto. Nel 1961 la proprietà passò alla Provincia. Un tempo il ponte veniva spostato a livelli di approdo sempre più alti per assecondare il livello del fiume. Recenti lavori di ammodernamento collocano stabilmente il ponte in corrispondenza del quarto approdo.